La diffusione esponenziale del Covid-19 ha causato un aumento direttamente proporzionale dell’utilizzo della rete per lo smart working, ma gli hacker non dormono.
E’ di qualche ora fa, la notizia riportata dall’agenzia Bloomberg di un cyberattacco , fortunatamente non riuscito, al Ministero americano della Sanità.
E se i sospetti ricadono sull’Iran con cui da tempo gli Usa hanno ingaggiato una cyber guerra parallela alle tensioni sul nucleare e le sanzioni, resta la preoccupazione al di là delle questioni geopolitiche.
La rete è uno dei mezzi più importanti nella lotta all’epidemia: se ospedali, case farmaceutiche e altri snodi fondamentali dovessero essere attaccati e bloccarsi, sarebbe una catastrofe.
Inoltre, il lavoro dei pirati è facilitato dalla vulnerabilità psicofisica delle persone che, essendo stanche, abbassano la guardia.
Gli esperti di cyber sicurezza hanno notato tentativi numerosi di phishing da parte di hacker che sfruttano il coronavirus per mettere in atto frodi informatiche.
Preoccupano le campagne di fake news che hanno al centro come tema il virus. Per quanto riguanda L’Italia, l’organismo competente ovvero il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche della Polizia Postale (CNAIPIC) diffonde l’allerta dalla diffusione di notizie non confermate. «Abbiamo un incremento di criminalità informatica in questa situazione in cui siamo tutti a casa e sempre connessi, in uno stato di fragilità psicologica», sottolinea Nunzia Ciardi, direttore del Servizio polizia postale, che aggiunge: «Se vediamo arrivare una mail da un medico o una comunicazione urgente relativa allo stato di allerta del Coronavirus, è facile essere tratti in inganno anche se non si è degli sprovveduti, basta un attimo di distrazione». «In pratica la minaccia è globale» e c’è chi agisce nell’ombra sfruttando la nostra paura».
(A tal proposito vi rimandiamo ad un approfondimento sul nostro sito: https://www.csconsulting-vr.it/nw/coronavirus-attenzione-alle-truffe-informatiche/)
Fonti: Il Corriere della Sera, Federprivacy
